Regolamentare l’IA in UK: il governo fa marcia indietro sull’opt-out del copyright
Nel Regno Unito si torna a discutere, finalmente con maggiore cautela, della riforma del copyright in relazione all’addestramento dei modelli d'intelligenza artificiale.
Secondo quanto rivelato dal Guardian, il ministro della tecnologia Peter Kyle non considera più il sistema di opt-out come la sua opzione preferita, pur rimanendo tra le possibilità in discussione.
Un cambio di passo significativo dopo settimane di pressioni da parte di artisti, editori e attivisti.
🎯 Il cuore della proposta originaria era chiaro: consentire alle aziende IA di utilizzare contenuti protetti da copyright per addestrare i propri modelli, a meno che i titolari dei diritti non esprimessero esplicitamente la volonta di escludersi.
⚠️ Un sistema che, nei fatti, avrebbe invertito l’onere della prova esponendo migliaia di creatori ad uno scenario di utilizzo massivo, automatico e spesso non tracciabile delle proprie opere.
Artisti come Paul McCartney e Tom Stoppard hanno preso posizione, e figure come Beeban Kidron hanno chiesto un impegno chiaro, immediato e inequivocabile nella tutela dei diritti d’autore.
E adesso, alla vigilia del voto parlamentare sul Data Bill, il governo sembra più incline a valutare un sistema di licenze obbligatorie o quantomeno trasparenti.
🔍 Personalmente lo considero un segnale incoraggiante, ma tutt’altro che sufficiente perché nel frattempo le IA vengono gia addestrate:
- I dati sono già usati.
- I contenuti sono già stati assorbiti.
E il tutto senza consenso, senza compenso, senza controllo.
E qui pongo una domanda scomoda:
➟ ha ancora senso regolamentare a posteriori quando l'addestramento e già in corso?
Una valutazione economica "entro 12 mesi dalla legge", come proposto negli emendamenti di Kyle, potrebbe tradursi in uno slittamento fino al 2029.
Come ha osservato Owen Meredith (News Media Association):
"Il mondo si muove a una velocità eccezionale. Il governo si muove molto lentamente."
E intanto?
◉ I creatori vengono lasciati in sospeso.
◉ Le aziende IA operano in un vuoto normativo.
◉ E ciò che oggi è uso “temporaneo” dei contenuti, domani rischia di diventare lo standard su cui si fondano interi modelli di business.
Siamo davanti ad un bivio storico: la sfida non è solo proteggere i diritti d'autore, ma ridefinire un equilibrio tra innovazione tecnologica e diritti creativi in un contesto globale.
Ignorare questa complessita o rimandarne la gestione non è neutralità: è una presa di posizione in favore dei più forti.