
Ed Sheeran ha copiato Marvin Gaye? Un altro caso sta agitando l'industria musicale
Il processo per violazione del copyright musicale per Ed Sheeran è iniziato a New York: gli eredi di Ed Townsend, coautore di “Let’s Get It On” di Marvin Gaye, accusano il cantautore di aver copiato il celebre brano per creare la canzone “Thinking Out Loud”.
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L'accusa
Gli eredi sostengono che Sheeran, Warner Music Group e Sony Music Publishing debbano loro dei soldi per il presunto furto della canzone, nello specifico affermano che Sheeran e la sua co-autrice Amy Wadge "hanno copiato e sfruttato, senza autorizzazione o attribuzione" la canzone di Gaye, "inclusi, ma non limitati alla melodia: ritmi, armonie, batteria, linea di basso, coro di accompagnamento, tempo, sincope e looping". Chiedono quindi 100 milioni di dollari di risarcimento.
La posizione difensiva di Sheeran
Nel caso specifico di Sheeran, la controversia riguarda solo la composizione musicale alla base delle due canzoni, cioe melodie, accordi e testi, e non le registrazioni specifiche. Gli avvocati di Sheeran affermano che entrambe le canzoni presentano una progressione di accordi simili, basati però su elementi musicali generici, pertanto questi stessi non possono essere tutelati dal diritto d'autore. Secondo l'avvocato di Sheeran, a nessun artista dovrebbe essere permesso il "monopolio" delle progressioni di accordi musicali comunemente usati.
Il processo, originariamente intentato nel 2018, è iniziato martedi nel tribunale federale di Manhattan, due settimane prima dell'uscita del nuovo album di Sheeran e dell'inizio del suo nuovo tour negli Stati Uniti. Se la giuria riterrà il cantautore responsabile per violazione del copyright, il processo entrerà in una seconda fase per determinare le modalita di risarcimento.
Questo caso giunge dopo un'analoga vicenda dello scorso anno che ha visto Sheeran scagionato dalle accuse di plagio per la sua canzone di successo "Shape Of You".
Il dilemma dei limiti di tutela
Gli avvocati di Sheeran affermano che entrambe le canzoni sono basate su una progressione comune di accordi e questo apre la porta al dilemma base della questione: fino a dove può arrivare il livello di protezione che i compositori possono ottenere dai propri lavori e quanto questi siano vulnerabili alle sfide legali? Queste domande si sono rese evidenti negli ultimi anni in seguito ad una serie di processi per violazione dei diritti d'autore nell'industria musicale.
Il risultato del processo Sheeran è atteso con interesse poiché potrebbe chiarire alcuni dubbi legislativi.
L'industria musicale ha già affrontato casi simili
La giurisprudenza sul plagio musicale si basa principalmente sul diritto d'autore e sulla violazione dei diritti patrimoniali e morali del creatore della musica. Alcuni casi importanti che hanno stabilito precedenti giuridici sono di seguito riportati:
- Nel 2015 una giuria stabilì che Robin Thicke e Pharrell Williams, nel loro successo "Blurred Lines", avevano violato il copyright di un'altra canzone di Marvin Gaye, "Got to Give It Up", e furono condannati a pagare più di 5 milioni di dollari di danni. La sentenza scioccò molti esperti legali e musicisti che ritenevano Thicke e Williams penalizzati per l'utilizzo di elementi musicali di base, quali armonie e pattern ritmici, che erano da tempo considerati parte del dominio pubblico.
- Nel 2016, la giuria stabilì che la canzone "Stairway to Heaven" dei Led Zeppelin non violava il copyright della canzone "Taurus" degli Spirit. Infatti nessuna prova dimostrò che la classica canzone degli Zeppelin del 1971 avesse violato il copyright di Taurus, scritta da Randy Wolfe per la band degli Spirit.
- Nel 2019 la giuria stabilì che Katy Perry, con la sua canzone "Dark Horse", aveva violato il copyright della canzone "Joyful Noise" di Flame. Ordinò quindi a Perry e ai suoi coautori di pagare 2,8 milioni di dollari di danni.