Nintendo rischia di perdere il marchio di uno dei suoi Pokémon più famosi

Ogni volta che sento nominare Jigglypuff mi viene in mente mia figlia che cerca di imitarne la dolce melodia canticchiando il suo nome.
Un personaggio così tenero da far sciogliere anche il più arcigno tra i professori Oak eppure così pericoloso, se non lo proteggi a dovere.
 
Sì, proprio lui: il Pokémon rosa della prima generazione, tipo Normale/Folletto, numero 39 del Pokédex, evoluzione di Igglybuff e pre-evoluzione di Wigglytuff tramite Pietralunare.
Dal 1996 appare ovunque: nei videogiochi, nella serie animata, nelle carte collezionabili e pure in Super Smash Bros.

Il Pokémon Jigglypuff al centro della vicenda
Il Pokémon Jigglypuff al centro della vicenda


Nonostante la sua ubiquità, Nintendo non aveva mai registrato Jigglypuff come marchio.
E così, nel 2022, la Yiwu FeiMeng Jewelry Co., Ltd., azienda cinese, ha depositato la domanda per "Jigglypuff" nella Classe 14 (gioielli, anelli, spille, medaglioni, pet jewelry compresa). 
Il marchio è stato regolarmente registrato nel 2023 con il numero 7,100,985, e come data di primo uso  stato indicato 2 novembre 2022.

Nintendo ha reagito solo ad aprile 2025, avviando una procedura di cancellazione davanti all’USPTO.

Nel campo dove dovrebbe indicare un marchio a supporto della propria azione scrive "NONE".
Ecco il punto: Jigglypuff non è mai stato un marchio registrato da Nintendo negli USA.

E allora come può rivendicarne la titolarità?
Semplice: common law trademark!


La casa giapponese cerca rifugio nel concetto di uso consolidato e notorietà acquisita:

"abbiamo usato e concesso in licenza il nome JIGGLYPUFF per decenni, su carte da gioco, giocattoli, gioielli, cover per telefoni, abbigliamento, borse..."

Ma in assenza di un deposito formale, resta il paradosso: è un altro soggetto a possedere, sulla carta, il nome di uno dei tuoi personaggi più famosi.
 
Funzionerà? Forse sì, ma questo caso è una lezione per il settore: siamo abituati a pensare ai big del gaming come inattaccabili, solidissimi sul fronte IP e invece succede che un colosso come Nintendo perda il controllo di un nome strategico semplicemente perché, nel turbinio di licenze, spin-off e pupazzi, non l'aveva mai registrato! 


Giuridicamente la partita è delicata:

  • La societè cinese ha effettivamente ottenuto la registrazione e dichiara l'uso in commercio.
  • Nintendo punta sul secondary meaning, sull'associazione mentale ormai consolidata tra il nome e il brand. 

La domanda, però, è più profonda:
quanto pesa ancora la notorietà in assenza di un deposito?
E se cominciassimo a vedere marchi famosi orfani in alcune classi, pronti ad essere colonizzati da soggetti terzi?
 
La deadline per la risposta dell'azienda cinese è fissata al 1° giugno 2025.
Se non risponderanno, Nintendo si riprenderà il suo personaggio.
Ma il fatto stesso che ciò sia stato necessario, è già una storia da raccontare.

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